Con il termine Santino si fa riferimento ad un’immaginetta cartacea raffigurante l’icona di un Santo o di una Santa.
Quindi, come espressione della parola stessa, i santini raffigurano soltanto beati e santi e non includono le innumerevoli piccole rappresentazioni Mariane e Cristologiche, che rientrano nel termine più ampio di immaginette sacre.
L'origine dei santini risale all'inizio del XIV secolo, con le prime immagini staccate dai libri di preghiera.
Tuttavia il primo santino documentato, riproducente la figura di san Cristoforo, è del 1423.
Le prime stampe su carta, ricavate da un disegno inciso su matrice in legno erano piuttosto rudimentali. Nulla a che vedere con le
acqueforti, autentici capolavori di carta in forma rettangolare, realizzate successivamente in Baviera, nelle Fiandre e in Svezia.
Col passare del tempo, le immaginette sacre cominciano lentamente ad essere usate per finalità non esclusivamente devozionali, per cui vengono impiegate per commemorare una ricorrenza, per allietare un anniversario, per annunciare un evento, per augurare gioia e benedizioni.
Per tutto il XVIII secolo si procede ad abbellire artisticamente sempre di più i santini e si sviluppa per molti decenni anche la realizzazione di immagini chiamate “canivet” dal piccolo arnese (il canif, simile ad un temperino) che si utilizzava per intagliare la carta o la pergamena, creando veri e propri pizzi merlettati di grande effetto.
Interessante notare come, al di là della limitata produzione conventuale, le altre officine di arti grafiche siano decisamente laiche; sia nella stampa, sia nella distribuzione. Soltanto alla fine del 1700, la Chiesa si impegna ad appropriarsi del diritto di diffusione delle immaginette.
Da parte dell’autorità canonica però, modificare il processo e fare giungere l’autorizzazione che confermi la distribuzione di immaginette si rivela molto lento e ci vorrà del tempo prima che nel retro del santino appaia l’approvazione dell’orazione stampata, tramite un esplicito consenso apposto in latino: IMPRIMATUR “può essere stampato”.
Sarà proprio la fine del settecento a chiudere l’epoca del santino manufatto, per cui anche quello più artigianale come il “canivet” è sottoposto a rielaborazioni e forzatamente modificato per mezzo delle nuove tecniche di produzione.
La storia del santino è ancora lunga, ma sicuramente non mancherà occasione per riparlarne ancora più diffusamente.
Un veloce salto ai giorni nostri ci pone dinanzi all'ultima storica trasformazione dei santini, resa possibile dalla più moderna tecnologia del momento: l'immaginetta digitale ...nel caso specifico, predisposta per diventare copertina elettronica del proprio smartphone.
Per ricordare la serata del 5 settembre 2013, che celebra il ritorno alla Basilica di Pieve del grande Crocifisso ligneo del Cinquecento recuperato ad una piena leggibilità dei suoi valori artistici e storici, l'immagine digitale del Crocifisso della Pieve viene ceduta in forma gratuita per poter attingere privatamente a un primordiale bisogno di protezione.
SCARICA SUBITO IL FILE